HUÈ: doccia nella città imperiale day 11-12
Dopo 12 ore di viaggio e pioggia incessante arriviamo in una grigissima Huè. Siamo stanchi, abbiamo dormito poco e male, ma ci siamo assicurati che la nostra piccola Cloe riposasse da principessa pagandone un po’ noi le conseguenze.
Piove parecchio e al nostro arrivo veniamo assaliti dai tassisti che con in insistenza rispettosa attendono la nostra ripresa.
Quando si arriva in città un po’ più piccole, i taxi o i motorini sono l’unico mezzo per poter raggiungere il proprio hotel. A differenza della Thailandia o dell’India, qui non si contratta quasi mai perché quasi tutti i hanno un regolare tassametro.
Arriviamo alla nostra Guesthouse molto presto, non sono neanche le 8 e, nonostante la nostra stanchezza, il proprietario ci dice che fino alle 12 la stanza non sarà pronta perché data la pioggia gli ospiti prima di noi non sono ancora andati via.
Lasciamo lì gli zaini, al momento la pioggia sembra essere cessata e ne approfittiamo per esplorare un po’ la città.
Huè è una delle città del Vietnam centrale e per secoli ne è stata la capitale e residenza dell’imperatore che grazie alla sua ampia cittadella con alte mura e profondi fossati l’ha resa negli anni una delle principali attrazioni della città.
La città ci appare subito molto all’avanguardia, negozi di tecnologia, università, hotel extra lusso e altissimi grattaceli; qui i ritmi scorrono veloci per gli abitanti della città che a bordo dei loro motorini sembrano fermarsi solo per comprare il pranzo in uno dei carretti per strada che vendono zuppe Bun Bo Hue o panini tipici locali bahn mi.
La stanza è pronta , torniamo alla guest house per una doccia e un po’ di riposo per poi ributtarci ad esplorare, ha iniziato a piovere e dal colore del cielo non sembra voler smettere tanto presto, ma confidiamo in una pioggia “leggera”.
Tempo di fare benzina e corriamo a prenderci un impermeabile per tutti e 3. Per i vietnamiti è normalità viaggiare in motorino con questi ampi impermeabile lunghi fino ai piedi in cui di solito si rifugiano in 2/3 assieme e fuori dai locali c’è sempre un attaccapanni in cui posarli per evitare di allagare dappertutto.
La cosa inizialmente sembra essere pure divertente ma la visuale inizia a diventare pressoché impossibile, secchiate d’acqua ci cadono addosso e decidiamo di fermarci a mangiare nel primo posto che capita sperando che passi.
La pancia è piena e siamo pronti ad andare ancora in giro per la città, siamo alla ricerca di un peluche piccolo per Cloe, entriamo in ogni possibile negozio, centro commerciale, mercato ma nulla, sembra che qui sia tutto gigante e rinunciamo all’idea di viaggiare poi in 4 su un motorino.
Le secchiate d’acqua ricominciano e questa volta capiamo che davvero è arrivato il momento di fermarci, siamo stanchi e infreddoliti e non ha senso continuare.
Dopo una doccia calda il nostro papone inizia a non sentirsi bene, tra la stanchezza del viaggio, tutta l’acqua, il vento e…..l’età ha bisogno di un pit stop, io e Cloe ci facciamo una cena veloce e poi tutti a nanna.
La mattina Dino non è ancora in super forma, io e Cloe decidiamo comunque di uscire, di esplorare la città e di provare ogni bancarella di cibo che si trovava sulla nostra strada. Torniamo a casa per pranzo e Dino sembra essere rinato!
Il bus per la tappa successiva partirà l’indomani alle 8 del mattino, ci resta solo mezza giornata per visitare Huè e ci rendiamo conto che visitare la città imperiale (principale motivo per cui eravamo qui) diventa impossibile e nostro malgrado dobbiamo cambiare qualche piano.
Non sempre quando si viaggia si può fare tutto quello che si è programmato, talvolta cambiamenti climatici o di salute ti costringono a fermarti o a cambiare direzione e noi decidiamo di ascoltare questi segnali. Nessuno ci sta correndo dietro, abbiamo scelto di fare un viaggio lungo proprio per non dover correre e per farci guidare da quello che il viaggio ha in serbo per noi.
Il sole è tramontato e la città si è tinta di blu. Avevamo letto che la città di notte di trasforma e siccome il tempo sembra essere dalla nostra parte ci facciamo trasportare dalle luci della città. Huè di notte è davvero psichedelica, musica a tutto volume, luci, macchine del fumo rendono questa città così frenetica durante il giorno e così “tamarra” durante la notte e la nostra piccola sembra una cubista impazzita del Naxos (discoteca Torinese).
Torniamo in camera con gli occhi felici, abbiamo vissuto due giorni diversi da come immaginavamo ma, ugualmente speciali e in grado di regalarci emozioni.
Domani partiamo per Hoi an, una piccola Venezia super colorata….e abbiamo appena scoperto che il fiume ha straripato…